All’Opera San Fedele, l’Associazione “ElasticaMente” è presente con lo sportello “S.A.R.A. Donne senza paura”
Il progetto nasce dalla necessità di supportare e tutelare le donne nei loro contesti di vita e durante periodi particolarmente critici e di cambiamento. Lo scopo primario del progetto è di prevenire e contrastare ogni forma di violenza contro le donne sia in ambito familiare, che sociale. Il progetto fonda sull’idea che la donna, anche durante condizioni di disagio e sofferenza, abbia le risorse necessarie per far fronte alla situazione e per ri-progettare il proprio futuro e ri-pensarsi in modo differente, soprattutto se supportata in modo adeguato da professionisti.
E’ uno spazio pensato per le donne di tutte le età e nazionalità che vivono situazioni di disagio, sofferenza, solitudine sul lavoro, in famiglia o nell’ambito sociale.
Gli obiettivi di “S.A.R.A. Donne senza paura” sono riassunti nel suo stesso nome, ossia l’acronimo di:
Sostegno della persona nei momenti di difficoltà e crisi;
Ascolto e accoglienza della persona nella sua totalità e riconoscimento dei suoi bisogni;
Ricerca psicologica attraverso l’utilizzo di strumenti specifici al fine di cogliere i bisogni e le variabili del fenomeno in questione e di rimanere in costante evoluzione;
Assistenza psicologica e legale della persona a medio-lungo termine.
La violenza subita non riguarda solo un abuso prettamente fisico, ma anche e soprattutto psicologico, e nella quasi totalità dei casi le violenze non sono denunciate, rendendo il fenomeno ampiamente “sommerso”. Spesso le violenze avvengono tra le mura domestiche e solo una minoranza delle vittime considera la violenza subita in famiglia un reato.
Inoltre sono numerosi i casi in cui i figli assistono a episodi di violenza domestica, o diventano oggetto di discordia tra i coniugi, soprattutto nell’ambito di separazioni e affido dei minori.
Le donne che subiscono maltrattamenti e violenze presentano come conseguenza alla situazione sintomi correlati a perdita di fiducia e autostima, disturbi del sonno, ansia e depressione.
Le azioni vessatorie sono inoltre in aumento anche nei contesti lavorativi, spesso definito con i più ampio termine di “mobbing”. Demansionamenti, licenziamenti improvvisi, orari insostenibili e richieste pressioni psicologiche sono alcuni esempi di ciò che avviene all’interno di molti uffici. In questo caso la fascia d’età colpita è generalmente compresa tra i 41 ed i 50 anni , una fase delicata e di transizione sia personale che lavorativa e in cui un ricollocamento è spesso molto difficile.
Queste azioni hanno ripercussioni devastanti sulla persona colpita: si rilevano di danni psicologici con gravi ripercussioni anche sul piano fisico, oltre alla compromissione della fiducia in sé stessi, nelle proprie capacità, nel proprio futuro professionale. Anche in questi casi spesso si assiste ad una mancata consapevolezza di ciò che sta accadendo, mentre in altri casi la decisione è ancora una volta di mantenere il silenzio o, ancora, non si sa dove, come e a chi chiedere aiuto.
La squadra che mette in atto il progetto da gennaio 2015, è formata da due psicologhe psicoterapeute e psicoanaliste di gruppo IIPG, che si occupano
- della anamnestica, diagnostica e di sostegno alla persona
- e di una collega che si occupa principalmente degli aspetti della ricerca psicologica, e che attualmente si sta concretizzando nel progetto “Disagio sociale, Povertà, Violenza e le molteplici forme che possono assumere nella società di oggi: Action-research volta allo sviluppo di interventi di prevenzione e azione” finanziato dalla Fondazione Roberto Franceschi attraverso la vincita di un bando
e da un’avvocatessa specializzata in diritto di famiglia, per ciò che concerne la consulenza e l’assistenza legale.
“S.A.R.A. con le donne”
Il progetto, a partire dal 2016, si evolverà con l’inserimento di nuove figure che daranno vita alla creazione e alla partecipazione a gruppi psico-educativi e gruppi supportivi che possano aiutare le donne a far emergere contenuti dolorosi e ad attingere alle proprie risorse per far fronte alla violenza subita e rendersi così autonome e artefici del proprio benessere
“S.A.R.A. in rete”: percorsi al femminile
Alla fine di questi due gruppi, le utenti verranno invitate a rendersi attive e artefici di una “campagna anti-violenza” chiamata “S.A.R.A. in rete“, utilizzando anche lo strumento dei social network. Crediamo fermamente, infatti, che la violenza abbia una radice culturale profonda e i media abbiano il potere di intervenire per recidere queste radici tra le generazioni, stimolando al confronto e al dialogo su tematiche quali discriminazione, violenza di genere, stereotipi, temi che limitano la libertà e l’eguaglianza dei cittadini. Il raggiungimento della parità, il superamento delle discriminazioni sessuali e di tutte le forme di violenza possono, quindi, essere raggiunte attraverso un cambiamento culturale e un uso nuovo e mirato della comunicazione, del web e dei canali social. Le donne potranno creare testi da utilizzare come hashtag e produrre foto, allo scopo di mostrare sulla pagina social “S.A.R.A. in rete” appositamente realizzata, la loro nuova consapevolezza e promuovere il dibattito intorno ai temi trattati con l’intento di presentare il materiale realizzato ad almeno una donna da loro conosciuta che si trova in difficoltà. Tale campagna verrà condotta da una giornalista con l’affiancamento delle psicologhe che hanno condotto i due gruppi.